Quella volta che andai a vedere gli Stones a Lucca

Ore 17 circa del 23 settembre 2017, orario in cui mi arriva questo messaggio :

“…sbrigati che il prato B è quasi esaurito..”
“Come quasi esaurito? E’ uno scherzo?”

Purtroppo no il prato B in realtà era veramente quasi esaurito, se per esaurito si intende stare come in una scatola di sardine.

Il prato B – che poi prato a tutti gli effetti non era, visto che era un misto di ghiaia – comprendeva due fasce:

  1. La parte del sottomura;
  2. Parte della strada comunale che conteggia il sottomura.

“Scusa tu che sei li sul marciapiede che biglietto hai?”
Risposta: PRATO B.

Al che mi è sorto il dubbio di controllare la piantina degli organizzatori ed in effetti la parte di strada comunale era compresa nel prato B dove c’erano i banchetti del cibo con i sempre più amati token, i bagni e gli stand del merchandise che erano grandi come una vetrina di Gucci.
Una volta trovato una postazione sulla ghiaia del sottomura era quasi impossibile muoversi, ma almeno si potevano vedere gli schermi e una piccola parte del palco (fortunato io che sono alto 2 metri).
Poco prima dell’inizio del concerto ho assistito a delle scene da festival del 1990 che fa molto punk rock, con gente appesa sui bagni pubblici, strutture, alberi e chi più ne ha più ne metta, per cercare di vedere il concerto.
Queste persone sicuramente erano all’esterno della struttura non paganti e volevano “rubare” alcuni momenti del concerto dell’estate? E invece no, erano paganti come il sottoscritto, ma che esasperati per la situazione imbarazzante volevano cercare di godersi lo spettacolo.

Ore 21.15 e lo show incomincia.

Come è andato il concerto lo sapete tutti anche grazie agli scatti di Ivan Elmi e la recensione del “pagante” Stefano Cremaschi (QUI il link al reportage) che meravigliosamente sono stati capaci di cogliere le magie di uno show del genere, ma alla fine bisogna tirare un po’ le orecchie all’Amministrazione comunale, alla Questura e all’organizzatore dell’evento per questi semplici motivi:

  • La visuale di chi stava nel sottomura, sì, era scarsa, ma in tutti gli eventi all’aperto – vedi Firenze Rock – il palco da così lontano è difficile vederlo. I maxi schermi erano enormi e di una qualità in super HD e quindi anche chi stava dove ero io poteva scorgere tutti i momenti di chi stava sul palco. Il problema è della visuale di chi stava sulla strada: praticamente nulla. Due piccoli maxi schermi nella zona mixer avrebbero alleviato il problema tranne ai poveretti assiepati sulla strada.
  • Da dopo il Bataclan andare ai concerti è già un inferno tra metal detector e controlli. Quando si fa un concerto l’organizzatore contatta la Questura, il Comune per vedere come svolgere un evento in tutta sicurezza, ma a Lucca non è stato proprio così. Se hai un area che contiene 30 mila persone circa, tu non fai il modo di farcene stare 55 mila come sardine mettendole anche in strada. La strada serve in questi casi per far passare i mezzi di soccorso e il personale dello staff per ogni problema. Se solo capitava un forte temporale ci sarebbe stato l’inferno.

Quindi dove sta la sicurezza? Solo con i tornelli o metal detector o anche all’interno dell’area?  Come ogni anno d’estate vado a molti concerti all’aperto e in diversi eventi ho sentito lo speaker più e più volte spiegare le norme di sicurezza in caso di eventi tali da far evacuare le persone. Qui neanche l’ombra di un’uscita di sicurezza.

Adesso partiranno una serie di esposti di utenti che nonostante abbiano pagato cifre dai 150 euro in su, non si sono goduti il concerto.
Io mi chiedo allora perché chi era nel Prato A o sulle pedane non si sono lamentati? Io non voglio pensare che abbiano favorito chi ha pagato cifre folli per stare davanti al palco, ma questo sabato è stato molto evidente.
Se si chiudeva la parte del prato B come è stato per il prato A, ed invece di 55 mila ce ne fossero state 30 mila, sarebbe stato tutto perfetto, perché alla fine penso che chi organizza deve pensare a vendere più biglietti possibili in sicurezza e sabato c’erano tutti i presupposti per una tragedia.

I soldi che si fanno con un evento del genere non potranno mai sostituire vite umane e soprattutto non ci devono essere dei fans di serie A e di serie B, ma oramai si è presa questa moda per la quale chi più paga è più fortunato degli altri, come purtroppo accade sempre più spesso nella vita di tutti i giorni.

Si dovrebbe anche parlare del fenomeno dei secondary tickets dove, privati cittadini vendono il proprio biglietto, spacciandosi per bagarini da quattro soldi. Un conto è rimettere sul mercato un biglietto che sarebbe rimasto inutilizzato, un altro è farne una forma di arricchimento.

In conclusione posso dire che a distanza di anni ho ancora davanti agli occhi tutto quello che è successo al Parco San Giuliano nel 2007 prima del concerto dei Pearl Jam. In quell’occasione ho visto una struttura di tubi innocenti cadermi a 5 metri di distanza che quasi poteva ammazzarmi e, se non fossimo stati in un area così grande e fossimo stati a Lucca, non so se ne sarei uscito vivo.

W gli Stones w la musica ma soprattutto w la buona sorte che non ha fatto succedere nessun evento critico dovuto all’esasperazione dei fans di Jagger & soci.

Testo a cura di Carlo Vergani

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