Universal Sex Arena e Manetti! Gente che dal vivo non si tira indietro

Non mi fraintendete, sono a conoscenza che l’opinione di uno pseudo recensore come me vale come il rabdomante che cerca l’acqua dopo una pioggia monsonica di settimane. Ma vedere un affluenza non all’altezza ad un live  set di gruppi italiani che picchiano giù duro e ci sanno fare mi lascia con l’amaro in bocca. Onore a chi ha suonato allora, in un Serraglio che ha visto il release party di Abdita, nuovo lavoro degli Universal Sex Arena, oltre al lancio del video dei Gecofish e alla performance dei Manetti!.

Sono stati tre i gruppi che si sono alternati nella serata milanese, partita con il trio power rock dei Gecofish, pronti a lanciare il loro video e a schitarrare tra cantato italiano post Ministri school e una vena alla Shellac che mischia le loro buone intenzioni.

Dopo di loro, ecco i Manetti!, di ritorno con il loro ultimo omonimo Ep che ha rilanciato il quartetto del comasco e la loro attitudine, stretta tra post rock e emo-c(u)ore che ripresenta le schitarrate e la voglia di sentirsi a casa tra cappelli nerd e ottimo muro del suono. Bella esperienza sentire i loro pezzi, con partenza alla Settlefish con B.O.H. e prosieguo con la summa delle loro esperienze, spesso devote ad un esplosivo rumore di sviluppo elettrico che non poteva non sfociare in un pezzo dal nome chiaro e semplice: Mogwai. I Manetti! mietono emozioni e picchiano col cuore e il maglione colorato del cantante sino a farti sentire in un set dei The get up Kids, sfociando poi in una fervido e rumoroso finale che premia effetti distorsivi di chitarra e percussioni che alzano i toni. È Mudhoney la canzone finale che chiude il loro set, in attesa dell’album e di nuove serate con i Manetti!.

La scena è poi tutta per gli Universal Sex Arena, intraprendente sestetto che si concede ad un respiro internazionale, dimostrando che il rock è anche storia di gruppi che si sbattono e mirano a creare la loro scena, al largo dalle storie di copertina. Devastanti dal vivo, sono protagonisti e ben assemblati, con il lor frontman che non lascia spazio a mezze misure e si lascia investire dalla vera anima rock. Abdita, il loro nuovo lavoro, è il pretesto per divertirsi e desegretare la loro bravura, con l’intro gustosa e carica al grido di Horizon of Baking Dogs. Un pezzo eccezionale, che se fosse assemblato all’estero sarebbe nelle copertine dei principali house hogan musicali, e che mostra subito le capacità di una band con doppia chitarra e doppie percussioni. Al Serraglio gli Universal Sex arena non si lasciano scappare la voglia di scoprire la loro history di rock psichedelico, con attacchi di esoterismo sudamericano in Momentum e Palermo you can’t have me, viaggio al sud come metafora di una nuova linfa musicale fatta di accordi dal vivo ancora più concreti. La caparbietà di Voiture Tempo (leader e cantante) è capace di trascinare tutto le note del resto della banda, sfociando poi nella elegante e mai doma Like Home, tassello di un live che dovrà essere ripetuto, stavolta davanti ad un grande pubblico. Un peccato essersi persi le vibrazioni zappiane che fanno da contorno alla lunga criniera di Voiture, mentre si lancia carponi tra il pubblico, al grido di rock’n’roll. Quello vero, però.

Andrea Alesse

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