Chavela Vargas e altri racconti. Due cantautori e Un mondo raro

Autori: Fabrizio Cammarata e Antonio di Martino
Album: Un mondo raro
Libro: Un mondo raro, vita e incanto di Chavela Vargas
Etichetta: Picicca records

Una volta l’esigenza di modelli e miti lontani muoveva gli oceani. Oggi l’esigenza del contemporaneo e l’onnipresenza della comunicazione rendono la ricerca sempre più difficile. Eppure qualcosa si muove, lungo l’asse Palermo – Città del Messico e grazie a quanto fatto da Antonio di Martino e Fabrizio Cammarata, duo di cantautori eclettico che ha deciso di dare vita a un doppio progetto letterario e musicale sulla vita di un’icona messicana: Chavela Vargas. Bisogna dunque incontrare Un mondo raro, viaggio incantato alle ricerca delle sembianze della musa Vargas.
Cantante messicana leggenda della musica ranchera e icona della trasgressione e dell’identità sudamericana, è stata amante di Frida Kahlo e ha composto canzoni romantiche con lo sguardo rivolto alle donne messicane del secolo scorso, tra euforia stradaiola, tequila, travestimenti da uomo e iniziazioni sciamaniche. Una musica triste ma incredibilmente passionale, tradotta in italiano e suonata con le chitarre classiche dei musicisti che supportavano la stessa Vargas. Degli angeli custodi dal nome spagnolo di Macorinos, chiamati in causa da Cammarata e Di Martino per supportare la loro voglia di riscoprire un’autrice ribelle che è scomparsa nel 2012, dopo che il suo personaggio è stato sepolto per tanto tempo in preda all’alcolismo ed a una segregazione di genere ancora imperante.
L’ambizione della riscoperta ha dunque le sembianze di un progetto letterario musicale, con le parole su carta che prendono vita grazie alla pubblicazione di un testo edito da La nave di Teseo, oltre a 208 pagine di biografia costruita su una ricerca delle fonti difficile. Interviste, racconti, e una scrittura a quattro mani che prende forma grazie alla voglia di raccontare quella che Pedro Almodovar definì una musa dalla rude voce della tenerezza. Rude perché cruda come la polvere della casa in Costa Rica che l’ha vista nascere, tenera perché legata a quello spirito romantico e passionale che sprigionava in abiti rossi e provocatori nell’afosa Città del Messico.
Accanto alla scrittura, le note di un album costruito, pensato e voluto. Si tratta di 10 pezzi che si avvalgono della tenerezza cantautorale dei due artisti siciliani, con Di Martino che è stato già preda di intenzioni che fondono musica e letteratura, con Un Paese ci vuole e le sue ammirazioni per Pavese. Tutto questo mentre Cammarata portava in tour la sua anima soul e il suo studio sulla tradizione musicale messicana de la Llorona.
Tutto parte da Non Tornerò, canzone apripista che anima una scelta sanguinosa ma doverosa, con melodia e fiati dai toni di commiato. Un pianto di rabbia cantato a doppia voce, con arpeggi da musica tradizionale da pura vida messicana e voce femminile di contorno. Il viaggio procede con Macorina, ballad che ama distinguersi tra danze locali e tromba dileguata su una vocalità dagli ancestrali richiami, più volte presenti nel disco tra disperazione (Un moondo raro) e il disorientamento apolide (Non son di qui). Grazie a Chavela Vargas la chanson d’amour diviene naturale espressione dell’intimità, e non si piega mai a costrutti scarni e affollati di semplicità, come nella tempesta dolce dimostrata in Croce di addio. Le liriche italiane non perdono colpi neanche dinanzi a interpretazioni delicate e impegnative, come nei costrutti di piano di Le cose semplici, dimostrando poi di sapersi arrampicare anche tra condanne cantate in Verde Luna a colpi di archi. Non poteva mancare il ritmo classico della canzone messicana, vivo e scalciante come in un film in Andiamo via. Un altro brano monstre, mescolato al destino di chi fugge come la Vargas, dedita alla scarcerazione dei sentimenti e alla magia della musica. Perché fuori dalle leggi e dalle note, grazie a autori come D Martino e Cammarata, le muse esistono ancora.

Testo a cura di Andrea Alesse

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