The Sweet Life Society, si balla con “Antique Beats”

Autori: The Sweet Life Society

Album: Antique Beats

Label: Black Seed Records

 

I The Sweet Life Society ci provano e mettono in mostra gli artigli e le loro sonorizzazioni internazionali. Gabrile Concas e Matteo Marini sono un duo torinese diabolico e viaggiatore, un microcosmo di due elementi che si serve altri musicisti di volta in volta presenti nell’album “Antique Beats”, per dare colore alle giornate uggiose e mettere in piedi un set multirazziale e potente.

I The Sweet Life Society elaborano dunque una nuova produzione, la seconda della loro carriera, spaziando tra gli scatoloni di album drum and bass, echi reggae, mediorientalismi e anche strascichi di African hip hop. Li paragonano, giustamente, ai Chinese man, complice una jungle che fa invidia ai suonatori di Mad Professor. Uno stile personalissimo dunque, in cui si intrecciano da subito le parabole di ritmi ballabili di No More Lights, traccia apripista che poi lascia i nostri contorcersi in una fusione tra hip hop femminile e narghilè sonori in Dreams are falling leaves, pronti per un viaggio fresco sui treni stracolmi di vibrazioni.

Mind è invece il brano che apre al dub, anche se non mette le museruola a dei The Sweet Life Societymai domi e capaci di perdersi in linee più morbide e soul beat in Switch on, con liriche in italiano che ricordano i migliori echi di Casino Royale, maestri del settore che illuminano i bravi torinesi. Dopo innumerevoli passaggi su palchi e festival  (Eurosonic e Glastombury su tutti) i The Sweet Life Societydanno una prova di forza in studio con un album godibile e multicolore, pronto a immergersi nei ritmi giamaicani con Hard On e le sue linee di sax, fino alla mistura salentina di Talking free, in cui c’è il compare di merende Emenèl a dare forza al pezzo.

I ragazzi confezionano coì un album notevole e divertente, che assume maggiore profondità sensoriale con Landscape e M’importa, riuscendo così a calibrare tutto lo spessore di una band spontanea e capace di lunghi solchi musicali, dal tropicalismo all’utilizzo del verbo di strada nostrano.

Enjoy yourself e ascoltate “Antique Beats”.

 

Andrea Alesse

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