Non puoi prendertela con la notte, Cadori e il suo primo intenso album

Autore: Cadori
Album: Non puoi prendertela con la notte
Label: Labellascheggia
Press: Unomundo

Chiedi alla polvere e al suo cadere. Cosa resterà di noi ce lo dice Cadori e il suo Non puoi prendertela con la notte. Un primo album di virtù cantautorali e spiegazioni sonore dirette a chi ama perdersi tra undici brani riflessivi e intensi, in circolazione con distro Goodfellas dal 15 settembre. Cadori è in realtà , Giacomo Giunchedi, un abruzzese trapiantato a Bologna che suona già nei Torakiki e ora ha deciso di pubblicare la sua prima vetrina. Largo alla lingua italiana e alla beatitudine di progetti che amano la spiritualità stesa tra analogico e nostalgico, come Carlo Barbagallo e il suo recente 9.

Abrasioni psichedeliche e toccanti fughe sensoriali cingono buona parte del disco di Cadori, suonato interamente da lui e apprezzato anche per il coinvolgimento di altri attori. Si parte subito dalle atmosfere di Quello che resta, in cu ci mette lo zampino Aurora Ricci di Io e la Tigre, mentre scorrono titoli di coda psichedelici e levigati alla Amerigo Verardi. Qualche delicatezza pop non guasta, ed ecco la coscienza di Canzone dei trent’anni, brano in cui synth e chitarra si mischiano. Cadori continua poi a suonare nella dimestichezza del quotidiano di Guai, arrangiata in modo catchy e teneramente pop.

La scrittura non lascia mai immobili nell’album del nostro artista, macchiatosi da atmosfere techno noise in Benzina, racconto dell’apocalisse fotografata in un incubo vivido e crescente. Angelo Sava apprezzerebbe molto, si potrebbe dire, se non altro per la direzione a spirale che Cadori usa per maledirsi di bellezze sonore.

Labellascheggia (label milanese) ci ha visto giusto, dando fiducia a un artista che cura anche l’artwork, coinvolgendo Cripsta, e si lancia in un elettronica minmal che Deerhunter e soci portano in giro già d amolti anni (Astrid ne è un esempio chiaro).
Andrea Lazslo è alla finestra (Santa Mattina e i suoi archi che arrivano a gamba tesa), come anche la voglia di ricordarsi della beatitudine di certa musica italiana anni 60/70, punto di raccordo anche per un Cadori autobiografico (Siena).

Se la notte è impossibile da spegnersi, almeno, addormentatevi con lo stesso Cadori.

 

Andrea Alesse
recensioni@thefrontrow,it

 

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