Alchimie moderne e ambient, “Kepler” di Tomat Petrella

Tomat Petrella

Kepler

 

Davide Tomat e Gianluca Petrella sbalordiscono col loro primo lavoro. Un flusso magnetico che mastica ambient e drone music, con spigolosità IDM e verticalismi dubstep. Un duo italiano, di base a Torino, ma internazionale per vocazione e cultura, con i suoi artefatti giri di valzer ipnotico che fanno tanto bene alla nostra musica.

Kepler”, pubblicato su !k7 Records, è la sperimentazione incarnata nella modernità musicale e nel diluvio delle astrattezze compositive, con una dicotomia vecchio nuovo che si muove nell’equilibrio tra suoni elettronici e fiati, per essere vincente. Muscolare con Trappist, personale rivisitazione del suono tanto in voga ai giovani, etereo con K2 72 E e le sue onde celebrali, l’album dei due artisti celebra una sorta di magma alieno e metropolitano, perfetto per una riunione tra lettori della letteratura cyber punk.

L’ambiente è costellato di energia kraut (Gliese 667 CC) e echi di Goldfrapp e Matmos. Una tensione nordica e robotica che viene scalfita da un’umanità rilasciata dalle note della tromba, suonata con maestria e vigore. Tomat Petrella è un progetto che guarda al futuro, servendosi di un approccio jazz mutato in elettronica percussiva con  la traccia Tau Ceri E, in cui si rallenta il battito e si sentono le avanguardie mitteleuropee.

Una tensione che sfocia in Kopler 186 F, canzone le cui sorti rappresentano una sfida all’anomia musicale, volgendo verso una primavera di eleganza dronica e creature cinematiche alla Cronemberg, in un ideale incontro tra Boards of Canada e talenti nostrani come Mai Mai Mai. 

Fatevi conquistare da questo album e dalle sue canzoni con nomi cifrati, perché la musica non è solo accordi costruiti, e con Tomat Petrella questo principio vi sembrerà sempre più vicino.

 

Andrea Alesse

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