Bonetti è tornato, “Dopo la guerra”.

Autore: Bonetti              

Album: Dopo la guerra

Label: Costello’s Records/Labellascheggia

 

Un anno e mezzo di vita, sicurezze andate in fumo e voglia di cantarle con delicatezza e senza fretta. Bonetti esce allo scoperto con un disco dal titolo eloquente, “Dopo la guerra”, e un nuovo progetto di pop che ne mette in evidenza la buona capacità di scrittura e la voglia di scoprirsi. Perdersi e ritrovarsi, con liriche dolci, accompagnate da una melodia che pesca dai Perturbazione e dalle creature della premiata ditta Brunori Sas.

Bonetti è un cantautore diretto, uno che ci invita a Correre forte, con un twee pop gracile e sincero. Le sue sono manifestazioni di affetto e voglia di abbracciare l’ascoltatore, con una musica che lo premia dietro a movimenti acustici e basi lineari, senza pretese di sperimentazione eccessiva. La tradizione italiana della melodia solare lo cattura nella beltà amorosa di Eleonora, rendendo il piemontese Bonetti un poeta di popular music che utilizza poi la metafora del conflitto bellico nell’elegante E’ guerra. La fine delle relazioni come un periodo post guerrafondaio, dove l’arroganza prende il sopravvento, mentre Bonetti usa le sue armi e l’acustico movimento della chitarra per cantarla a suo modo.

Gerani miete vittime tra gli ascoltatori dell’ITpop disillusi dalla mancanza di aspettative e desiderosi di motivetti che riassaporano liriche alla Cimini e musicalità inframmezzata da qualche giro di laptop, amato da Bonetti per raccontare e raccontare le sue avventure. Un cantastorie che fa uscire un album corredato da un bel progetto grafico, colorato e aggraziato, mai sopra le righe e pieno della vena bucolica di pezzi come Il futuro, da cantare con lo sguardo verso viaggi scacciapensieri e voglia di evadere.

A chiudere il suo tenue percorso in “Dopo la guerra” c’è poi R, brano dal titolo essenziale, tra verità nascoste a chi lo ascolta e cadenza cantautorale, che si nutre del suo timbro e della sua lucentezza anche con accenni sixties, Bonetti è tornato, dopo la guerra.

 

Andrea Alesse

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