PUP, la recensione di Morbid Stuff

PUP

Morbid Stuff

Rise Against

 

Il nuovo lavoro della band di Toronto è il prosieguo della loro attitudine e del loro spirito che coniuga hc melodico e rabbia, in un sano e sacrosanto vecchio modello musicale che ricorda la vecchia scuola. Tre accordi e velocità per la band nata nel  2010 e sopravvissuta alla miriade di gruppi a cui hanno fatto da spalla. Dalla gavetta al palco principale, per un gruppo che brucia ancora e che fa uscire questo Morbid Stuff per celebrare la sua voglia di accelerare e far suo il panorama odierno.

Puro delirio della tradizione americana, con doppie backing vocals che si rincorrono (senti Closure come suona) e l’accordo che abbozza spirito pop punk e delirio da strada che va a fuoco, soprattutto in pezzi come la titletrack e Kids.

Mettici dentro una capacità di muoversi coralmente in una direzione chiara, ed ecco che i PUP costruiscono  melodie indie punk e liriche da classic losers, molto bene incamerate  in una bella prova come Bare Hands, una delle migliori prove del disco. Alzati e trova la tua strada, lungo una via che è quella dello skate punk stradaiolo. Against the wall, con i PUP e la loro musica che ti carica sulle spalle, anche nella finale dichiarazione d’amore con City, liberazione che non tradisce la band che non ha inventato nulla di nuovo, ma che suona diretto e coraggioso.

Andrea Alesse

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