Nevica, la recensione di TENGO

Nevica

Tengo

AREA51 Records

 

Nevica è un progetto di Gianluca Lo Presti (già Nevica su Quattropuntozero e Nevica Noise), e Tengo, il nuovo album del musicista, fuori il 22 febbraio 2019 via AREA51 Records è un lavoro “composto da canzoni vere e proprie che prendono spunto dalle tematiche del famosissimo romanzo 1Q84 dello scrittore giapponese Haruki Murakami per poi intrecciarsi con riferimenti fortemente autobiografici dell’autore stesso dal tono introspettivo”.

Utilizzo le sue parole per cercare di far comprendere un lavoro complesso e articolato, che prende ispirazione dalla letteratura, rimettendo al centro un’intersezionalità costruttiva che si crea con una commistione tra arte e musica, tra spoken word introspettivo e liriche, come in TINA e SWARAJ. Scordatevi prese di posizione da mordi e fuggi, e prendete nota di un costrutto musicale che utilizza testi metaforici e biografie intime. Un miscuglio di elettricità noise sullo sfondo, con tanto di basso importante, e una voce in primo piano, che lascia spazio all’elettronica minmal (Outing parte II).

Ma Tengo è anche racconti che prendono vita, basi in downtempo che si legano a chitarre post rock, come in Due lucertole, dietro una certa passione per la new wave e il mito Fiumani, ricostruito in una chiave più moderna, ma sempre al centro della scena.

Spazzi elettrici alla Angelo Sava e un’intensità costruiscono poi note profonde e suburbane in un brano come AniMadre, con voce distorta di un Nevica che parla dell’abitudine e del suo dissapore, in un crescendo cantautoriale che è il suo pane quotidiano. Chiud eun brano gelido come Ghillaci, come un saluto impaurto, in cui Nevica alza l’asticella letteraria e ababssa il volume, con eefeftti di orcestralità distorta dietro la sua lettura musicale.

Andrea Alesse

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