Al Vittoriale di Gardone va in scena la farsa in tre atti e mezzo di Morgan

Morgan è sicuramente un artista che fa discutere. O lo si ama o lo si odia. Al termine di Il libro di Morgan dal vivo, spettacolo ospitato sabato 4 luglio dall’arena del Vittoriale di Gardone Riviera, nell’ambito della rassegna Tener-a-mente, questa dicotomia si è assottigliata in favore dei contrari.

Il motivo? Lo show era in programma alle 21.30, ma fino alle 23, del Castoldi non si avevano notizie. Il pubblico, soffocato dall’afa e stremato dall’attesa ha iniziato a protestare. In molti se ne sono andati a casa, chiedendo il rimborso del biglietto. Altri, sono rimasti al loro posto, giusto per accogliere con sonori fischi la sua entrata in scena.
Lui, fingendosi affannato e pentito, ha iniziato a inondare la gente di parole, apparentemente senza senso. Una presa in giro, insomma, per sembrare simpatico ed accalappiare consensi, che in realtà hanno faticato ad arrivare.
Quando il pubblico si è ricomposto è iniziato uno show, di cui francamente abbiamo faticato a capirne il senso. Qualcuno ha sorriso ai suoi giochi di parole, ma crediamo più per circostanza, fingendo di capire dove l’artista voleva andare a parare.
Nel progetto di regia, curato dalla sorella Roberta, sarebbe dovuto essere una sorta di reading musicale del libro Io, l’amore, la musica, gli stronzi e Dio. Morgan doveva raccontare aneddoti di vita vissuta, in compagnia del fido musicista Megahertz e del “fagottista”, Marco Santoro.

In realtà la scaletta è stata stravolta. Dei cinque atti in cui era articolato lo spettacolo, ne sono arrivati soltanto tre e mezzo e per giunta farciti di monologhi autocelebrativi di nessuna rilevanza. Pochi sono stati i momenti davvero divertenti ed anche dal punto di vista musicale, sono state proposte alcune cover (Heroes di Bowie, These Are The Days Of Our Lives dei Queen), alcuni pezzi classici e poco altro. Insomma non si è visto il Morgan attore e nemmeno il Morgan musicista.

Al termine gli applausi sono stati davvero pochi. Già perché anche nello stupendo anfiteatro sono stati in pochi a resistere fino all’una, quando Marco Castoldi ha salutato e se n’è andato via. Solo giusto i fedelissimi hanno resistito, anche se da ieri sera hanno la stima incondizionata nei suoi confronti è seriamente in bilico.
Una serata da dimenticare ed un cambiamento di rotta da fare al più presto: il credito e la mediaticità dell’artista monzese (ingigantito dalla sua presenza ad X Factor) , ferme restando le cose, pensiamo finirà presto.

Testo e Immagini a cura di Vincenzo Nicolello

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