Grazie al suo talento Vasco Brondi accende le luci della sua città

Scrittore e cantautore di Ferrara, Vasco Brondi descrive la realtà contemporanea con cruda sagacia e insospettabile luminosità, ricorrendo a liriche dirette e taglienti, accompagnate dall’inseparabile chitarra acustica. L’ultimo lavoro, Terra, è un diario di viaggio tra luoghi desolati, in cui confini tra Est-Europa e Africa sono labili e l’attualità delle tematiche viene arricchita da riferimenti poetici e contaminazioni di musica etnica. Il percorso artistico in costante crescita e maturazione lo ha reso una delle più interessanti risorse artistiche del nostro Paese.

Vasco Brondi torna dopo diversi anni di assenza nella sua Ferrara per presentare Terra.
Terra è composto da dieci canzoni, dieci storie narrate per immagini che fotografano il tempo in cui viviamo. Dieci trame per unico filo colorato, tessuto nel modo visionario e lucido che ha reso Vasco Brondi uno degli artisti italiani più riconosciuti e riconoscibili degli ultimi dieci anni, e che in TERRA si dimostra capace di raccontare i cambiamenti culturali e sociali che hanno contraddistinto gli ultimi decenni attraverso una musica che sempre di più sposa l’attitudine cantautorale con i suoni e i ritmi del mondo.

Ad aprire il concerto c’è Giovanni Imparato in arte Colombre.
Il suo set di chitarra elettrica e voce risulta molto interessante in un mix di idie-pop che va per la maggiore in Italia.

Ecco dopo un beve cambio strumenti sul palco Vasco Brondi accompagnato da una band di quattro elementi: Marco Ulcigrai (chitarra), Matteo Bennici (basso), Giusto Correnti (batteria) e Angelo Trabace (tastiere).
Parte subito con un brano tratto da Terra dal titolo Coprifuoco. I suoi testi sono molto attuali parlano dei fatti di tutti i giorni dai problemi dei migranti fino a quelli che sommergono i ragazzi della sua generazione.
Essendo nella sua città la scaletta è stata composta da brani tutti scritti a Ferrara. I viaggi e le esperienze sono tutti racchiusi in un sound molto intenso e mai banale.
Cita Alda Merini prima di suonare l’unico brano che lo vede abbandonare la chitarra per il pianoforte. E chiaro che soprattutto i testi dei precedenti album come Costellazioni sono incentrati sulla sua vita ferrarese quando ancora non era così famoso.
Il concerto va via molto veloce con poche pause risultando molto interessante. Racconta storie dei giorni nostri prendendo in giro anche la sua stessa città definendola noiosa. Non succede mai niente a Ferrara, ma forse è proprio questo che la rende così particolare e misteriosa. I viaggi che lo hanno formato in questi anni saranno stati pure belli ed interessanti, ma mai come la propria casa riesce a tirarti fuori le cose che hai dentro .
Forse la musica italiana ha finalmente trovato un cantautore moderno con la C maiuscola.

Chi lo critica dovrebbe venire a sentirlo suonare dal vivo, pechè i suoni e i testi sono molto interessanti e c’ solamente da battergli le mani e fargli i complimenti perchè è veramente un bravo cantante.

Un ringraziamento a Ferrara sotto le stelle per il gentile invito.

Foto e testo di Carlo Vergani

Le luci della centrale elettrica 

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Colombre

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