Disco della settimana: “The Book of Traps and Lessons” di Kate Tempest

KATE TEMPEST

The Book of Traps and Lessons

 Caroline International/Universal

 

KATE TEMPEST non è solo “un esponente”, ma è “l’esponente” della scena spoken-word poetry- rap globale.

Dopo essere tornata nelle librerie italiane con “Hold Your Own”, Resta Te Stessa, il suo viaggio continua tra ritmi urbani, passeggiate nelle periferie della city ,e la pubblicazione del suo nuovo studio album dal titolo The Book of Traps and Lessons.

Dedicategli tempo, perché la ricorderemo in futuro come una delle menti più illuminate e coraggiose del nostro periodo buio, in quanto capace di affrontare versi e vita reale, da vera eroina delle strade. Un rap maturo per l’artista inglese che collabora con molti altri illuminati (The Comet is coming su tutti), e inizia spaziando su di un beat alla Dalek nell’immensa traccia Keep Moving Don’t Move, solida e immortale nel riprendere un jungle sempre urbano e tenebroso.

È arrabbiata KATE TEMPEST, e giustamente direi io. Perché Kate ha visto perdere certezze e libertà nelle nuove generazioni, destreggiando così il suo talento spoken world in canzoni prese direttamente dal luna park malefico di Bansky (chi lo ricorda?) in I Trap You, e recitando poi una parte più soul in Firesmoke, canzone intrappolata in un ambient maturo e lineare.

Tra cantato e parlato, tra poesia di strada e arte urbana della parola, KATE TEMPEST ci invita a rimanere noi stessi, parlando del presente con un attaccamento da carogna alla Sleaford Mods e una dolcezza da regina del contesto urbano, e con un accento english riconoscibile. Dopo la descrizione dell’Engald mdel in un contesto electro cupo (sentite Three Sided Coin), la nostra ride e pretende “more respect” nella ultima canzone (Peple’s Faces), cercando l’ispirazione tra l’empatia di una stazione metropolitana e uno sguardo dei passanti.

Restiamo umani, parola di KATE TEMPEST.

 

Andrea Alesse

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