Irina Nestor, la recensione di One Day You’ll Miss Today

Irina Nestor

One Day You’ll Miss Today

 

“One Day You’ll Miss Today”, ovvero, un pensiero sul e sulla necessità di comprenderlo, certi che siamo creature destinate a scomparire. Un pensiero prezioso, su cui gli Irina Nestor costruiscono le loro musiche strumentali, in un vortice sontuoso di musiche strette in un percorso creativo che parte nel 2017 a Roma.

Il post rock mischiato con inserzioni elettroniche, e anche con qualche linea di heavy chitarra lanciata verso spiragli che ricordano la potenza di gruppi italiani come Riah, ma anche certe passeggiate nordiche. Il dialetto è il post rock, e la parlata è corale e suggestiva, come in Arpeggio means nothig, canzone invitante già dal titolo.

Il quintetto ama anche inserire inserzioni elettroniche, dicevamo, ed ecco che Milgram (video in cima alla pagina) sussurra un linguaggio che usa minimalismo elettronico e  ambient rock, parlandoci di passaggi sonori con un mix ben calibrato.

Dal riff cupo al pulsare electro, gli Irina Nestor mettono in mostra le loro capacità di musicisti navigati (Sparkling Elements, Winter Severity Index, Two Naked Oceans, sono solo alcuni dei gruppi in cui hanno militato) e attenti anche alla sperimentazione. Una sperimentazione che pulsa di un beat electro alla Waxlife in Hawaii, canzone diversa dal lotto e molto coraggiosa, e che trasuda di anfratti drum and bass ed effetti in Now.

Niente voce, solo architetture, paesaggi sonori e buone prassi. Ecco gli Irina Nestor, una nuova dialettica del post rock tutta da scoprire sino alla fine, con un pezzo come Radio Guerrilla che rimette in circolo, anche con accenni metal, emozioni e pensieri su quel famoso tempus fugit di cui sopra.

Andrea Alesse

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