Ovest di Tahiti, intervista e video in esclusiva

Ovest di Tahiti è gioventù e voglia di fare.

Dopo il loro album, eccoli alle vere esperienze in giro per locali. Non potevamo non fargli qualche domanda, presentandovi anche il loro video girato al Melkweg di Terlizzi il 2 novembre scorso.

1 Dove nasce il vostro gruppo e la vostra voglia di fare musica?

Il nostro gruppo nasce dalla voglia di quattro amici di fare musica. È nato tutto quasi per caso, ma sicuramente in maniera spontanea. Sin dalla prima volta che abbiamo suonato insieme abbiamo
sentito l’esigenza di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di nostro. Dunque siamo partiti davvero da zero, buttando giù tutte le idee più varie, fin quando i primi brani non hanno iniziato a prendere
forma. Il nostro progetto parte da un’idea di Luigi e nasce a fine estate di qualche anno fa, nella nostra amata Puglia.

2 Fare musica in questa regione è difficile?

Fare musica non é mai difficile, per dei musicisti dovrebbe essere naturale come saper parlare bene una lingua. A noi viene naturale quando lo facciamo con disimpegno, perché ci diverte!
Ovviamente organizzare dei concerti in autonomia presuppone una forma mentale che ti faccia mediare con chi lavora per farti suonare, e per questo servono diverse capacità di relazione. La
nostra esperienza ci porta a dire con certezza che non é difficile suonare dal vivo quando si ha ben chiari cosa proporre dal vivo e come strutturare un’esibizione in base a quello di cui si dispone. Noi ci riteniamo fortunati a far parte di quella famiglia di musicisti che suonano con certa frequenza forse perché abituati proprio a situazioni tra le più varie, dal busking al grande palco. Nello specifico in Puglia sono tanti i contest e le manifestazioni pubbliche che ti consentono di esprimerti liberamente anche perché sono promossi da persone spinte da uno spirito di generosa condivisione.
Noi veniamo da lí, da un contest fatto a Bari nel 2015 e che ci ha fatto suonare e imparare tanto.
Tuttavia ciò che nasce in questa regione non dovrebbe morire qui. Non crediamo a un modello dove in questa regione pochi validi artisti debbano necessariamente conquistare le programmazioni dei pochi locali, occuparle per anni per poi ricavarne una sicurezza economica. Non pensiamo che
questo sia il modello di artista “locale” perché la nostra scena necessita di continui ricambi e nuove proposte, di nuovi spazi dove si fa musica e di apertura verso l’esterno.

3 Parlateci della vostra esperienza al Reset Festival di Torino. Siete stati selezionati tra molte band.
Vi ha aiutato a crescere?

L’esperienza fatta al Reset è stata una delle più importanti, non solo per il progetto, ma anche singolarmente per ognuno di noi.
Ci ha permesso di entrare in maniera diversa nei problemi quotidiani, affrontandoli sempre con umiltà.
Il laboratorio _rehub al quale abbiamo partecipato, è un modo per mostrare a chi si affaccia al mondo della musica come muoversi, quali sono i passi da fare. E’ come un amico che ti indica la
strada che tu dovrai percorrere.
In questa esperienza siamo stati affiancati da grandi artisti come Dutch Nazari, Niccolo Fabi, Francesco di Bella e Levante, inoltre gomito a gomito erano con noi anche Ale Bavo e Valentina
Farinaccio che ci hanno accompagnato nella scrittura di un pezzo inedito. Da tutti loro abbiamo potuto imparare tanto, da come si giocavano in ogni circostanza cercando di tirar fuori sempre il meglio.
Least but not last Daniele Citriniti, Art director e co-founder di Reset Festival, che ringraziamo tanto, non solo per averci aiutato quando eravamo sull’orlo di un esaurimento, ma anche perché si è
preso cura di noi, con ogni piccolo gesto.
Siamo stati sin da subito accolti da tutti loro, comprese Annarita e Paola (co-founders di Reset Festival), l’instancabile Alice, i ragazzi di “The Goodness Factory” e coloro che sono dietro le quinte del festival, questo ha permesso che sin da subito si creasse un clima familiare tra noi. In più abbiamo avuto modo di condividere questa esperienza con altri ragazzi di tre progetti molto
interessanti quali Marasma, Dadamo e Rosita. Loro sono diventati compagni in questo cammino.
Il Reset Festival ci ha permesso di renderci conto che la strada da fare è ancora tanta, ma anche che,
su quella strada noi ci siamo e ora quello che ci aspetta è camminare.

4 Quali sono i vostri punti di riferimento musicali, odierni e non.
Tutti e quattro abbiamo influenze diverse, in compenso ascoltiamo molta musica e questo ci aiuta molto nella scrittura dei pezzi.
Tra i nostri artisti di riferimento ci sono Dalla e Battisti sopra tutti, ma non meno importanti sono Nick Drake, Fleet Foxes, Niccolò Fabi, Brunori Sas.

Andrea Alesse

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