5 domande a Orfeo, la sua Arcadia non lascia scampo

Abbiamo incontrato Orfeo, cantautore diretto e generatore di tensioni musicali personali lanciate verso un pubblico sempre più grande. Dopo l’uscita di Arcadia, da noi recensito, Orfeo getta sul palco la su anima alternative, con un progetto live che riprende la verve sognante di un giovane compositore innamorato della sua musica.
Nell’attesa della prossima esibizione, ecco a voi cosa ci ha risposto:

The front Row: Orfeo, cammini su territori musicali che trasudano di post rock ed eleganza. Come hai collegato certo gusto alla ricerca nei testi e la musicalità che ama anche il cantautorato italiano?
Orfeo: Io quando scrivo parto da una chitarra acustica e dalla mia voce , e già qui credo di dare una matrice intima ai pezzi, che si mantiene comunque per ogni forma che gli viene messa sopra. I testi sono scritti con un flusso di coscienza mentre suono e mi rendo conto che la verità di quel momento è punto fondamentale e immanente, si trasporta nel tempo e nello spazio che viene dato al testo . L’eleganza è data dalla verità e abbraccia tutto quello che le si avvicina.

TFW: Quale sono le tue più strette fonti di ispirazioni, anche non musicali?
Orfeo: I libri, quelli scritti bene .Il mare se è abbastanza lontano e calmo. Il sole che non riesco mai a guardare in faccia quindi mi fa nascere inevitabilmente tante domande e il sole al tramonto. L’amore che ricerco sempre e che se trovo non capisco. Mi ispirano le città ma soprattutto le loro periferie mi chiedo sempre che cosa farà la gente dopo essere tornata a casa dal lavoro. Inevitabilmente mi ispirano le persone, di ogni tipo , musicisti, scrittori , sportivi ( adoro il basket) . Ci sono anche tante cose che non mi ispirano e non vorrei pensarci troppo per non rendermi conto che sono cosi tante.
TFW: Sbaglio o nella tua musica si sente anche una vena nostalgica per una rivoluzione gentile? Parli di rivoluzioni interiori o di massa?
Orfeo: Credo che possa essere percepito un fondo nostalgico perché gli argomenti che tratto sono di per se nostalgici , l’amore che è il principio primo del mio lavoro è o un ricordo o una bella prospettiva , in ogni caso è un sentimento malinconico. Io penso che proprio per il fatto che questi argomenti possano essere abbracciati da tutti io parlo di una rivoluzione di massa, però mi onora il fatto di farla intendere in primis facendo una rivoluzione interiore.

TFW: Una canzone che mi ha incuriosito è sicuramente Luce contro gli occhi. Mi parli della sua genesi?
Orfeo: luce contro gli occhi è il ricordo di una storia d’amore, una storia vissuta che lascia i segni e a cui capita di ripensare con una nostalgia quasi dolce. Non ha un riferimento preciso, è l’idea di come possono incidere le storie sui ricordi di una persona, ripensando ai momenti luminosi e anche a quelli bui che costituiscono il rapporto tra due persone.

TFW: Come si pone Orfeo nell’attuale panorama del cantautorato indie italiano? Insomma, il maistream si o no?
Orfeo: Il mainstream è assolutamente apprezzabile se contiene qualità, credo che esserlo comporti una certa responsabilità nei confronti delle persone, quindi io dico si al mainstream purché sia sensato. Io sono un cantautore e i cantautori raccontano loro stessi, non hanno fini diversi da quello di tirare fuori se stessi per donarlo alle persone, questo direi che potrebbe facilmente contenere qualsiasi genere e forma che mi si voglia dare che sia Indie o Mainstreem.
Grazie a Orfeo per la pazienza e a Ja La per il lavoro fatto
Andrea Alesse

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