Il blues potente di Popa Chubby esalta Treviso

Treviso è da sempre una città che ama il blues. Patria di grandi musicisti (soprattutto chitarristi), Treviso è rimasta legata a questo genere che nel corso degli ultimi anni è sembrato sparire. Molti erano i locali che accoglievano concerti o jam blues che vedevano affluire un pubblico numerosissimo della marca e non. I tempi purtroppo sono cambiati, molti locali storici hanno dovuto chiudere, altri invece hanno optato per scelte musicali economicamente più redditizie ma sicuramente discutibili. È bastato l’arrivo di Popa Chubby al Teatro Eden a risvegliare l’entusiasmo, in realtà mai sopito, dei trevigiani nei confronti del caro vecchio blues, che hanno infatti accolto in modo calorosissimo il concerto del chitarrista Newyorkese. Uno spettacolo dal carattere decisamente aggressivo quello proposto da Chubby. Le influenze Hendrixiane sono ben evidenti, sia nelle sonorità che nelle cover proposte. Hey Joe è il brano più noto e che un po’ tutti si aspettavano. Red House invece è un brano di Hendrix meno conosciuto al grande pubblico ma molto suonato dagli intenditori. Molte altre sono state lo cover suonate; da Crossroad a Further On Up The Road, passando per una bizzarra quanto divertente versione di Somewhere Over The Rainbow, Sympathy For The Devil, arrivando in chiusura ad Hallelujah. Malgrado alcuni piccoli problemi tecnici iniziali che hanno innervosito un po’ il chitarrista americano, il concerto è proseguito spedito per oltre due ore. Nessuna scaletta programmata, Popa Chubby inizia tutti i brani con un riff che lascia capire ai suoi fidati musicisti cosa avrebbero dovuto suonare. Francesco Beccaro al basso e Andrea Beccaro alla batteria compongono la band. Un power trio solido e potente che crea una struttura perfetta per le esigenze di Chubby.

Ad aprire la serata ci hanno pensato i Superdownhome. Duo bresciano composto da Enrico Sauda alle chitarre e Beppe Facchetti alla batteria. Una sorpresa per il pubblico trevigiano che non conosceva questa formazione. È una vera sfida quella dei due musicisti, che qualche anno fa hanno deciso di mettere in piedi questo progetto quantomeno anomalo. I Superdownhome hanno un suono potente che, purtroppo per chi come me ama le basse frequenze, non fa sentire affatto la mancanza di un bassista. Sauda suona prevalentemente chitarre artigianali a 4 o addirittura 2 corde tutte con la tecnica slide. Facchetti invece suona una vecchissima quanto efficace Slingerland. Presi sotto l’ala di Popa Chubby, che ha deciso di produrli, i Superdownhome sono arrivati al secondo disco e quest’estate avremo la possibilità di rivederli in apertura dei concerti dei Fantastic Negrito. Insomma, un duo assolutamente da non perdere.

Ringraziamo per il gentile invito Pagano Events

Foto e testo a cura di Diego Feltrin

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