I Sum 41 chiudono nel migliori dei modi il Rimini Rock 2018

L’estate ora mai è alla sua naturale conclusione e dopo averci fatto ballare per tutto questo periodo, i ragazzi di LP rocks events calano l’all in portando sul palco del Rimini rock i Sum 41, gli Zebrahed e i giovanissimi Waterparks.

L’attesa per questo evento è grandissima tanto da provocare una notevole coda davanti ai cancelli ancora molto prima della loro apertura.

Questi tre gruppi rappresentano il passato il presente e il futuro del pop punk internazionale.

A loro modo pero’ sono 3 gruppi diversissimi .

I Waterparks sono giovani, ma hanno già un bel giro di fans e sono molto apprezzati dalla critica. 

Suonano un pop punk moderno fatto da basi campionate e semplici giri di chitarra senza un basso, ma con una batteria molto potente.

Gli Zebrahed sono i classici californiani usciti dalle feste liceali dove l’importante è divertirsi e fare casino. La loro peculiarità all’inizio della loro carriera è stata quella della doppia voce quasi in stile crossover, tanto da farli apprezzare anche da fans non punk.

I Sum 41 sono un’istituzione del punk grazie alla scia mediatica lanciata da gruppi come i Blink 182 e ancora prima da Green day e Offspring.

Il gruppo canadese orfani ora mai da cinque anni di Steve Jocz si è è sempre fatto apprezzare per un pop punk che strizza l’occhio all’hardocore e al metal. 

I Wateparks neanche il tempo di finire un piccolo meet and greet che sono già sul palco per il loro show.

Il pubblico è già molto carico e pronto per accogliere i loro beniamini .

Se la mia generazione è cresciuta con i Sums e i Zebrahed, i millennials con i Waterparks saranno a posto per molto tempo .

Come ho già descritto sopra, sono senza un bassista, cosa che era immancabile nelle formazioni pop punk degli anni 90, ma l’innesto delle basi campionate permette a Awsten Knight e Geoff Wigington di essere più liberi nelle parti vocali .

Awsten tiene il palco alla grandissima suonando pochissimo la sua PRS per concentrarsi di più sul canto .

Il genere ora mai è cambiato come tutta la musica in generale, ma devo dire che loro sono molto bravi e se questa è la direzione che sta avendo il pop punk , a me va benissimo.

SETLIST:

Blonde

Crave

Not Warriors

Take Her to the Moon

Made in America

11:11

Peach (Lobotomy)

We Need to Talk

Sleep Alone

Rare

Royal

Encore:
Lucky People

What We Do For Fun

21 Questions

Stupid For You

Tantrum

Gli Zebrahead come dicono i nostri cugini francesi sono dei “cazzoni”.  

Lo erano nel 2000 quando diventarono famosi grazie a Playmate of the year e lo sono ancora oggi dopo 20 anni, nonostante non eseguono più dal vivo questo brano.

L’anima californiana di far sempre festa si vede anche a Rimini con uomini birra a fare i cori e ragazzi panda dentro dei canotti a fare crowd surfing sul pubblico, e se avessero portato delle ragazze poco vestite e cantato quella canzone avrebbero sicuramente fatto il botto.

In questi anni hanno passato diversi ambi di formazione, ma lo spirito è rimasto lo stesso. 

Se ci sono ancora gruppi da ballo liceale nel 2018, ragazzi copiate gli Zebrahed perchè sicuramente ai vostri concerti divertimento e bella gente non mancheranno mai.

Chiudono la performance con l’altro loro brano più rappresentativo ovvero Anthem del 2006, che rappresenta alla perfezione quello che sono ora gli Zebrahead.

La prima volta che vidi i Sum 41 è stato il 16 gennaio 203 al Raibow club e quella volta ribaltarono nel vero senso della parola il locale milanese.

Li rividi nel 2011 in apertura ai Linkin Park al Sonisphere a Imola e fu un disastro totale. 

Deryck perse la voce al secondo brano e per tutto il concerto è stata un’agonia più che un’agoia .

La band aveva perso  l’ironia che li aveva contraddistinti e se ci si mettono anche i  problemi personali di Deryck Whibley la fritta sembra fatta.

Con il ritorno nella band del chitarrista storico Dave Baksh nel 2015 e l’aggiunta di Tom Thacker  la band sembra aver recuperato lo smalto di un tempo.

Tutte queste novità mi incuriosiscono e mi danno la forza di andare a Rimini per vedere se la band canadese ha veramente recuperato la forza che avevo apprezzato nel 2003.

Il concerto parte subito alla grande con Hell song seguita da Motivation.

Nonostante ci sia un nuovo batterista, il gruppo sembra carico. 

Deryck, nonostante sia provato da tutte le vicissitudini personali, canta alla perfezione anche grazie all’aiuto di Tom Thacker.

Non solo Deryck riesce a superare il terzo brano, ma sembra essere proprio tornato ragazzino con la voglia di divertirsi e far divertire il pubblico.

Over my head  fa letteralmente infuocare il  pubblico con tanto di  continui cicrle pit. 

Underclass Hero  continua il lavoro del brano precedente alla perfezione . 

Walking Disaster e soprattutto White me, fanno portare  i cellulari al cielo per una pausa che serve a far recuperare il fiato a tutti i presenti.

Makes No Difference mi fa tornare  a quando avevo l’età del pubblico presente e Goddamn I’m Dead Again mi riporta ai giorni nostri visto che rappresenta l’ultimo singolo della band del 2016,  che a breve tornerà in studio per registrare delle nuove canzoni.

Come bravura alla batteria Frank Zummo non ha nulla da invidiare a Steve Jocz, anzi forse è anche più bravo e tecnico, come si vede nel suo drum solo, ma Steve era un folle che suonava la batteria e tutto questo mancherà sempre nei concerti dei Sums.

Il drum solo porta con se diversi momenti cover che fanno arrivare alla doppietta che tutti aspettavano ovvero : In Too Deep e Still Waiting per la gioia dei fans di Nek….forse.

Purtroppo la parte cover non è finita qui, ma anche durante gli encore la band fa sentire quanto siano ancora vicini al genere rock regalando anche 7 nation Army.

Fat lip chiude con il botto un concerto molto bello che però non può finire così.

Se nel 2011 i Sum sembravano finiti e i Linkin Park ora mai sulla rampa di lancio, nel 2018, i Linkin Park per ovvi motivi non esistono più, e i Deryck in questo tour decide di ricordare l’amico Chester con la la cover di Faith .

Al  Reading di Leeds una settimana fa, è salito sul palco con loro a cantare la canzone anche Mike Shinoda che ha recentemente pubblicato  il suo primo disco da solista e sarà tra esattamente una settimana al Milano Rocks prima dei 30 seconds to mars.

L’estate finendo porta con se il periodo più bello dell’anno e grazie ai Sum 41 si conclude nel migliori dei modi.

Le loro canzoni e alla loro ritrovata gioia, daranno la carica al pubblico presente per affrontare l’autunno e l’inverno in attesa di cosa ci riserverà l’estate 2019 .

SETLIST:

The Hell Song

Motivation
(+88 Outro)

We’re All to Blame

Over My Head (Better Off Dead)

Underclass Hero

Thanks for Nothing

Walking Disaster

With Me

Makes No Difference

Goddamn I’m Dead Again

Screaming Bloody Murder

Drum Solo
(Killing In The Name)

Fake My Own Death
(+ Another Brick In The Wall Intro)

We Will Rock You
(Queen cover)

In Too Deep

Still Waiting

Encore:

Pieces
(Smoke On The Water/Seven Nation Army Riffs)

Skumfuk

Fat Lip

Faint
(Linkin Park cover)

Un ringraziamento particolare a LP rock events e Live Nation per il gentile invito

Testo di Carlo Vergani

foto di Stefanino Benni e Carlo Vergani

Sum 41

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Zebrahead

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Waterparks

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