I quarant’anni della Banda Osiris

BANDA 4.0 di e con la Banda Osiris

Io vi auguro sogni a non finire e la voglia furiosa di realizzarne qualcuno. Io vi auguro di non rinunciare mai all’avventura, alla vita e all’amore. Io vi auguro di essere lieti e fieri di voi stessi. E infine, io vi auguro di combattere sempre l’indifferenza, di fare di ogni luogo la vostra resistenza.

“Banda 4.0” il nuovo spettacolo nato per celebrare i quarant’anni della Banda Osiris.

 

Quaranta anni di teatro sempre fedeli alla nostra linea deviante ed unica nel panorama musicale italiano. Il feeling con il pubblico risulta immediato, la musica sfiora corde impensabili e fuori dal tempo, diventando un fermo immagine divertente, dinamico e potente. Un richiamo alla figura dei clown musicali, una meteora che si avvicina alla loro figura perfetta e strampalata ma vicina allo spirito bambino e innocente di ognuno di noi.

Questo spettacolo spazia dal suono aggressivo delle prime comparse a sorpresa nelle piazze e nelle fiere degli anni ’80 fino alle più delicate sonorità, senza mai dimenticare la fisicità degli strumenti e dei corpi. Tanta ruvidezza. Ed estrema precisione. Quarant’anni non potete perderveli. Noi non li abbiamo persi. Perdetevi con noi.  Siamo molto contenti di aver attraversato due secoli, venti in uno e venti in un altro, completamente differenti. E siamo molto contenti di presentare Banda 4.0, uno spettacolo imperdibile. 

 

Tantissima musica, poche battute rapide e taglienti e il coinvolgimento del pubblico a cui viene richiesto di inviare domande, anche le più imbarazzanti, via whatsapp. Quattordici quadri da “Smoke on the water” per soli fiati poi lo spazio si trasforma in una balera anni ’60 per un’elegia sulla musica con la M maiuscola con “Quizas, quizas, quizas”. La mancanza delle donne nella band ha contribuito a creare un gruppo di autoaiuto ottenendo di portare le amate in crociera ma, purtroppo, tra i ghiacci del polo: risultato cantare e coreografare “Uomini soli” dei Pooh. Sotto le acque del polo, in un oceano-acquario, inizia una passerella dei pesci più musicali impersonati dagli strumenti tra aguglie, dentici e meduse fluttuanti.

Quarantanni di viaggi tra i popoli stranieri hanno confermato che l’unico desiderio di tutti è quello di copiare le canzoni del Bel Paese e l’”Italiano” di Toto Cutugno viene declinato nei generi più disparati fino ad essere copiato dagli stessi italiani. Per salutare gli spagnoli, invece, non resta che eseguire “Torero”, un omaggio al varietà e a Renato Carosone, fino a che il brano si trasforma in una corrida ambientata nella “Carmen” di Bizet dove il toro è impersonato da un furibondo bassotuba.

La poesia ha sempre attraversato la storia della Banda Osiris e per la prima volta dal vivo viene eseguita “La favola dell’amore inventato” scritta appositamente da Tiziano Scarpa, un momento di poesia, intensità mescolati da una sapiente ironia.  La visita all’opera è accompagnata da Mozart in persona che con “Madamina il catalogo è questo” offre la costruzione di una gigante figura femminile tutta con strumenti musicali poichè il catalogo elencato è quello dell’Ikea. “Caterpillar” e i quattro si scatenano in un pot-pourri legato alle musiche come se fossimo in un film oppure in un circo. Chiude lo spettacolo un richiamo agli inizi: un banditore con tanto di megafono annuncia che “siamo la banda più piccola del mondo, l’unica banda terapeutica esistente sulla faccia della terra, nati per strada come un petardo che ti rotola tra i piedi”.

Questi  sono i quarant’anni ostinati e felici con cui abbiamo vissuta la nostra resistenza. Chiude la versione intensa e toccante à la Banda Osiris di “Bella Ciao” come ognuno di noi l’aveva sempre sognata.  La poesia all’inizio è di Jacques Brel e sono le ultime parole dello spettacolo.

 

Si ringrazia il Teatro San Domenico di Crema per il graditissimo invito 

 

Reportage fotografico della serata a cura di Stefanino Benni

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