Home festival, day 4, la conclusione di una storia pronta già a ricominciare

Serata conclusiva a Treviso, va in scena l’Home Festival day 4, in una giornata che mette da parte il ritmo e ritrova poesia e piacevolezze cantautorali.

Vanno in scena i beniamini del cantautorato giovanile, che dismette le velleità di apparire complesso e inarrivabile per avvicinarsi, anche su di un palco, alle promesse mancate di una generazione che ha presenziato all’HOME Festival 2018, come un gendarme presidiava il castello del re. Realismo e fedeltà al ritmo degli Stato Sociale, gente che ha fatto chiaramemte il botto sfruttando la popolarità e il piglio proto-politico che li contraddistingue. Il divertimento, così come il bagno di folla, è stato assicurato, tra ritmi di patchanka e show che sanno di primo maggio e giornate floreali a spasso con una chitarra.

A tener botta, le varie anime cantautorali di giovani donne che sanno il fatto loro, con in testa un altro prodotto televisivo realizzato, quella Francesca Michielin che mantiene le promesse con una voce candida e la presenza scenica da veterana.

A sbalordire, positivamente, ci pensano Maria Antonietta, voce delicata e melodie pop da leccarsi i baffi, e Joan Thiele, one girl band che comanda il suo personale groove con una chitarra che risuona le note di Tango, suo ultimo album.

Il gran finale del blocco cantautorale tricolore è tutto nelle mani di Motta, tra i più amati del lotto, specialmente tra i giovanissimi. Scatenato e sudato, canta le note della generazione persa, quella della post-verità e dello spritz facile, senza dimenticarsi di vecchi idoli come Rino Gaetano. Una presa riuscita, per uno che ha molto da dire nel mondo del pop moderno all’italiana.

La festa non poteva però terrminare senza il pezzo da 90 dell’entertrainement italico, quel Caparezza che ciondola in tuta mimetica gialla. Il palco, modificato appositamente per il suo show, i cambi di scenografia e la melodia hip hop sono il traghetto per la nuova stagione del festival, che si è affidata ad un mostro sacro per i fuochi d’artificio.

Dopo tanta stanchezza e un bagno di folla da tener d’occhio, l’Home festival va così in vacanza, raccogliendo le forze. Perchè pe rorganizzare 4 (+1) giorni di alto livello ci vuole un anno intero, e forse più

Chiudiamo con le ultime foro del nostro Diego Feltrin, ringraziando gli organizzatori, l’ufficio stampa e tutto l’Home festival, anche chi ha lavorato dietro le quinte per permettere tutto questo.

Andrea Alesse

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