Intervista a Hesanobody, meglio una festa che pochi intimi

Hesanobody ve lo abbiamo già presnetato con la recensione del suo Ep “The Night We Stole the Moonshine” (Street Mission Records / Pias). Un concentrato di suoni elettronici e cantautorato del nuovo millennio, fatto da un passionario degli effetti musicali che abbracciano il laptop e la voglia di restare umani.

Un progetto interessante quello di Gaetano Chirico, che abbraccia lo pseudonimo Hesanobody e qui si racconta nello nostre quattro domande.

The Front Row (TFR):  Domanda banale ma necessaria. Chi e Hesanobody? E quale direttrici ha il suo progetto musicale?

Hesanobody: Hesanobody è, come vuole il nome, un nessuno. Un ragazzo qualunque che ama la musica e non riesce ad esprimersi che con quella. Proprio per questo, l’intento è di comunicare il più possibile e con le personalità più disparate. Meglio una festa che pochi intimi.

TFR: Il tuo cantautorato elettronico ha una spinta auto-biografica?

Hesanobody: Indubbiamente sì. Mi piace esagerare e “romanzare” esperienze di vita reale, mia o di chi ho attorno. È una sorta di auto-analisi davanti ad uno specchio. Scrivere mi aiuta a ricomporre i tasselli di determinate situazioni e a vederle sotto una luce differente. Mi aiuta a trovare un nome alle cose e quindi ad entrarci maggiormente in confidenza, migliorando il nostro rapporto.

TFR: Quali sono le tue influenze musicali che hai messo dentro al disco?

Hesanobody: Credo di averci buttato dentro tutti gli ascolti che ho assorbito in parallelo durante l’anno di lavoro, anche in maniera inconsapevole in determinati casi. Si tratta dunque di musica recente, della scorsa annata. Ci sono gli xx, Lorde, gli LCD Soundsystem, i National, ma anche diverso hip hop e soul al quale sempre di più mi sto avvicinando. A quanto mi viene detto, credo che inconsapevolmente siano però confluiti anche Depeche Mode, U2 e Bowie, artisti che mi hanno formato e per i quali ho una vera e propria venerazione, ma ai quali per timore reverenziale avevo paura d guardare.

TFR: Il ritmo de lla canzone Night 23 mi ha conquistato. Mi parleresti un po’ di tale brano e delle sue ritmiche.

Hesanobody: Ti ringrazio! Night 23 in realtà è per me una sorpresa, essendo la canzone che non credevo sarei mai riuscito a scrivere. È pura gioia, senza ombre in agguato pronte a intorbidire il mood, senza ripensamenti, senza interrogativi in sospeso. È la risposta al finale della traccia di apertura, 4 Wishes, che al contrario avevo iniziato a scrivere in un momento molto più buio. In un certo senso è nel mio microcosmo una canzone “reazionaria”. Il groove tribaleggiante del pezzo poi, è una delle parti che più ci siamo divertiti a realizzare con Mark Eckert, il mio producer. Siamo partiti giocando con dei sample di congas estrapolati dal bozzetto da cui poi è nata effettivamente Night 23, per aggiungerci subito dopo una drum machine e dei pad ritmici ottenuti grazie ad una mattinata di raccolta di suoni ambientali passeggiando in giro per l’università Bicocca di Milano. Alla fine ci siamo ritrovati con un pattern molto vicino a quello definitivo. Il tocco in più è stato dato da Falsi, il mio batterista, che si è occupato di sovraincidere un floor tom reale, in modo da rendere l’impasto più concreto e “grasso”. Un gran bel casino nato tra le mura della cucina del mio appartamento, con buona pace dei vicini che hanno sopportato senza chiamare una volante!

Grazie a Hesanobody e a Conza Ufficio stampa.

 

Andrea Alesse

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