Quando l’urgenza produce il rock, Giorgieness e La giusta distanza.

Autore: Giorgieness
Album: La giusta distanza
Etichetta: Woodworm label
Booking: Ja La media activities

L’album è uscito da un po’, ma lasciarlo così senza un commento sarebbe stato un peccato.
Parlo dei Giorgieness e del loro La giusta distanza, lavoro che ora viene portato in tour (info sulle nuove date sul loro sito) e viene acclamato da un nuovo video. Tutto ruota intorno a Giorgie D’Eraclea e alle sue urla d’autore, costruite con passione e fermezza con tre nuovi musicisti comecompagni di viaggio. Nessuna limitazione in distorsioni e temi prettamente personali, composti dalla bella Giorgie dopo un passato sonoro in solitudine. Ora una nuova architettura ben arrangiata su fiabe noise rock che amano Sleater Kinney, abbracciando anche l’acustica di Non ballerò’ per ricordare la scrittura sincera di un’autrice che è pronta anche a far esplodere la sua voce dopo un ritmo lento e tormentato. Sono i segni di un percorso che poi si ferma a guardare la composizione di chitarre alla Verdena in Io torno a casa, per fregarsene di amori andati giù da un ponte. Quello che colpisce è che Giorgieness (che è anche l’originale nickname con cui si esibiva da sola Giorgie) non è un progetto che si tira indietro
nascondendosi in trame pop per alzare i propri like, dimostrandosi adeguatamente rumoroso e pronto a far male in ogni momento. È lo stile di un gruppo deciso, che cattura il sound pungente di Sai parlare condendolo con effetti di voce da riot grrl e ritornello sputato fuori da una vecchia cassetta delle Erase Errata. La scalata rock non mette dunque paura (K2), neanche quando i temi sono quelli della solitudine imposta e dell’apparenza (Il presidente).
Le grida vengono anche allentate in Brividi/lividi, canzone con riff decisi e back vocals come inno alla fragilità. Niente a che vedere con l’oscuro basso elettrico di Lampadari, in cui i Giorgieness sanno sprigionare anche quella suspence rock che solo una voce calda e femminile può offrire ad ascoltatori toccati da questo pezzo come dopo aver sentito lo stomaco chiudersi a colpi del primo Vasco Brondi e delle due luci (della centrale elettrica).
L’urgenza comunicativa rimane comunque il filone chiave di un disco che viene riportato in acustico da Che strano rumore, canzone del distacco malinconico sopra la quotidianità.
Quasi un lampo chiude poi con Dare fastidio tutta la corsa di Giorgieness e del suo rock introverso e autobiografico, sempre calcolando La Giusta distanza e i giusti tempi di batteria, necessari per scaldare una voce tra le più interessanti dell’underground italiano.

Andrea Alesse

Foto Live della Gallery a cura di Stefanino Benni

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