Frank Carter ha fatto sudare anche le pareti del Locomotiv di Bologna

Per i pochi che ancora non conoscessero Frank Carter basta andare su qualsiasi motore di ricerca e digitare il suo nome per capire chi sia.

Uno dei primi articoli che viene fuori è di un collega che spiega il perchè ai concerti di Frank Carter bisogna andarci con il casco.

Ecco l’ex cantante del Gallows se vogliamo essere precisi si è molto calmano negli anni.

Compone sempre canzoni molto incisive mischiando odio e amore, ma da quando ha abbandonato il suo gruppo è diventato quasi umano.

La prima volta che lo vidi a Modena nel 2008, in supporto ai Rage against the machine, mi colpii molto per la sua follia senza eguali.

In quel periodo la scena post-hardcore era un po’ in declino, sempre i soliti gruppi, sempre il solito sound, il metalcore che stava diventando commerciale stavano portando quel genere ruvido e grezzo sulla strada della perfezione in stile MTV.

Ecco poi arrivarono loro giovani e incazzati e il genere tornò sulla cresta dell’onda naturalmente in compagnia di altri gruppi. 

Ma oltre al sound quello che colpisce è la presenza scenica di Frank Carter con i Gallows .

Perennemente in mezzo alla folla a cantare in mezzo ai circle pit saltando sulle teste dei fans in modalità Greg Puciato.

Tutto questo li porto in pochi anni ad essere uno dei gruppi migliori della scena fino alla sua uscita nel 2011.

I Gallows esistono ancora con  Wade MacNeil degli Alexinsonfire, ma non sono proprio la stessa cosa.

Arrivando ai giorni d’oggi Frank Carter a maggio farà uscire un nuovo disco End of Suffering ed è qui al Locomotiv per presentare alcuni nuovi brani.

Ad aprire il concerto ci sono i King Nun.

Come Frank anche loro sono britannici e sono giovanissimi.

Non fanno proprio lo stesso sound di Carter, sono molto più pop ma sono un semplice uragano sul palco .

Se si ascolta questo gruppo senza vederli dal vivo non può capire quanto le loro canzoni in versione live prendano fuoco.

Spero che tornino presto in Italia perchè meritano veramente.

Ecco finalmente il grande momento che tutti aspettavano.

Come ho già descritto in precedenza da quando ha lasciato i Gallows Frank si è molto ammorbidito, basta ascoltare il progetto Pure Love.

Inizia subito con Crowbar,  il singolo che anticipa l’uscita del nuovo disco.

Brano che serve a scaldare in pieno l’infreddolito pubblico bolognese che non vede l’ora di abbracciare il proprio beniamino che già con il secondo brano lo vede volare sopra le loro teste.

Che sia un pazzo furioso lo si sa, ma la verticale sul pubblico sinceramente non l’avevo mai vista fare : Clamoroso.

Il concerto scorre molto velocemente purtroppo con Frank che spiega per filo e per segno tutti  i suoi momenti che up e di down che lo hanno portato alla stesura di End of Suffering.

Chi ha detto che le donne non debbano fare crowdsurfing?

La risposta la si ha con il brano Heartbreaker dedicato a tutte le “crazy girl” che si sono cimentate nella mossa classica del punk rock.

Lullaby è forse il brano che preferisco che in versione live fa sempre la sua grande figura .

Chiude con I Hate You, brano che forse lo rappresenta di più.

Sicuramente ieri sera il casco non sarebbe servito, ma se volete ballare, cantare divertirvi e soprattutto vedere un concerto punk hardcore dovete andare a vedere Mr. Frank Carter.

SETLIST:

Crowbar

Wild Flowers

Tyrant Lizard King

Trouble

Vampires

Fangs

Heartbreaker

Acid Veins

Anxiety

Snake Eyes

Jackals

Lullaby

Kitty Sucker

Juggernaut

Devil Inside Me

I Hate You

Un ringraziamento particolare a Hellfire booking per il gentile invito

Foto e testo di Carlo Vergani

Frank Carter

King Nun

 

 

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