Erio, trasformismo elettro-soul in Inesse

Autore: ERIO
Album: INESSE
Label: KOWLOON RECORDS

Uno, due, tre, mille Erio. Un artista poliedrico, difficilmente afferrabile, che ha dato alla luce un album dalle caratteristiche indefinite. Multiforme e replicabile nei suo vocoder, Erio è un autore di elettronica soul che mischia con ritmi r’n’b e pulsazioni minmal. Una composizione ricercata e una costruzione a tratti mistica condizionano positivamente la sua creatura, in cui viene fuori l’alieno che c’è in noi.

Delicatezza e voci robotiche dietro un filone delicato (The biggest of hearts), che si affacciano su ritmi compulsivi e suadente voce alla Anohni in formato elettronico (Limerence), creando qualcosa di unico nel panorama italiano. Erio, di ritorno dal concertone del 1° maggio, dimostra così la sua trasversalità e il suo trasformismo musicale, come un performer teatrale che non trova pace, e si lancia nella sperimentazione con Decalmed, brano di una profondità squisita con i suoi battiti alla Auterche e la chitarra orientale che riconcorre i virgulti della voce di Erio.

In A Glowing Gash si mandano in frantumi le proprie sicurezze, con parole circondate da effetti che si affacciano a quel mondo soul che tira fuori le anime e i battiti con un elettronica pura e continua. Un moto non circolare, con battiti propri e una sua identità, in cui Erio manda messaggi, scrivendosi da solo le liriche e animando la casa del suo suono con la parsimonia di un sound engineer di alto grado.

Tra gli episodi più riusciti, sicuramente, il brano Kill it! Kill it! e la sua presa alla Lorde, con un ritmo che coinvolge e un ritornello secco, a tratti miscelato con balzelli dance, in un tributo che Erio paga alla voglia di elaborare anche un pezzo divertente. La successiva traccia Attic ha una partenza trip hop, continuando poi nella traiettoria velata di una sperimentazione che pesca da un piano jazz e da strani stop and go, oltre che da battiti percussivi alla Tortoise, per una direzione musicale che lancia Erio e la sua creaturaInesse” in maniera definitiva.

 Testo a cura di Andrea Alesse
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