Eileen Sol, la recensione di ICONOCLASTA

Eileen Sol

ICONOCLASTA

Le Gibet Records

 

Nati nel 2016, gli Eileen Sol sono una materia in cui si incontrano arti astratte e cavalcate di strumenti alla ribalta, a stretto contatto con astrattismo musicale  di stampo cupo e sperimentazioni.

L’idea di creare un concept album, Iconoclasta, per l’appunto, è nata dalla convergenza del libro di J. Cambell “L’eroe dai mille volti”, “Berserk” di K. Miura, e la narrativa silenziosa di “Bloodborne”.

Padri putatori di questo progetto sono quindi soggetti che mischiano arte musicale e letture, in un crescendo di architetture che pescano dal post rock e dal metal, con certi e qualificati disegni musicali di una specie molto in via di estinzione. Chitarre roventi in paesaggi cupi, ma anche amore per i Tool e la scenografia della metafora in musica, spesso col segno della costruzione rigorosa dei brani.

Non servono parole, perché il costrutto del pezzo e gli accordi sono il pezzo stesso, anche quando echi floydiani di voci femminili in lontananza (Elevazione) cercano di farsi largo. Gli Eileen Sol toccano poi anche echi sludge e acccenni stoner, come nelle tempeste di suono più acute della titletrack, componendo l’astratto a modo loro, ossia come musicisti densi e legati al suono come design del nostro tempo iconoclastico.  

 

 

Andrea Alesse

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