Venerdì è College rock al Circolo Ohibò, Labradors su tutti

Cosa vi fa venire in mente la parola College. Per i più vecchi come me una serie televisiva al limite del ridicolo, forse. Per altri, appassionati di musica, si tratte invece di una stagione d’oro del college rock, un episodio esportato dagli USA (manco a dirlo) che fondeva emotional rock e distorsioni.
Su questo filone, il rinnovatissimo e calibrato programma messo a punto dai Costello’s per il circolo Ohibò di Milano prevede una serata settimanale che propone proprio tali sonorità, affilate talvolta con spirito pop punk e talvolta pronte a farvi saltare come le cheerleader affacciate sotto al palco.
Venerdì scorso è stato il turno di tre band, due giovani e scalcianti, e una, i Labradors, vero punto di riferimento per la scena lombarda e italiana.

Prima di loro, le due crew dei When September comes e dei Surf cassette. Sorrisi e affiatamento non mancano, sin dal live dei primi, trio dal nome emo core e dalle sonorità degne di eredi di Nofx e The Get Up kids, spinti da una virata di sentimento chitarristico che tiene botta anche agli incidenti di percorso. Sono giovani, come giovani sono anche i Surf Cassette, altro trio che appare più navigato e sicuro di sé, mentre scorrono titoli più pop punk e vibrazioni alla The Queers, con un effetto allegro e gioviale.

Prima del dj set finale, sempre previsto nelle serate College per farvi ballare sino a tardi, ecco i padroni di casa, quei Labradors reduci da un tour live fresco e partecipato nelle piazze italiane, messo a punto per lanciare il tour di The Great maybe. Esperienza e significato per un gruppo compatto che suona un hc melodico con calzettoni alla Spaghetto Child (Milano crew di abbigliamento) e cuori aperti alla A jets to Brazil. All I have is my heart, ripetono i Labradors, mentre tra le note compaiono i Foo Fighters e le sequenze di una drive in anni ’80.

Come sempre ci hanno abituato i Labradors, ne viene fuori un altro live energico e produttivo, con le folleggianti figure di Paws che ricordano Van Pelt e tempi purtroppo andati, come quando Runaway poteva essere la vostra hit al juke box sotto casa.

Grazie a Costello’s per l’invito

Andrea Alesse
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