Ben Harper al Vittoriale per un magico concerto . Il report della nostra inviata. Buona lettura

Dopo una stagione densa di appuntamenti ed eventi imperdibili, la settima edizione di Tener-A-Mente Festival si sta avviando al termine.

L’ultimo ospite in agenda è uno dei più significativi cantautori della sua generazione, con una carriera che vanta dischi d’oro e di platino nonché tre Grammy Awards. Stiamo parlando del grande Ben Harper, in esclusiva al Vittoriale per ben due appuntamenti.
Ieri 10 agosto si è svolto il primo concerto, che ha richiamato una grandissima folla da tutta Italia.
È una sera di metà agosto insolitamente fresca, i temporali recenti hanno lasciato l’aria umida e il cielo carico di nuvole. La luna, splendente e quasi piena, è invisibile, a illuminare la platea rimangono solo le luci chiare e tenui del palco.
L’attesa si prolunga, e il pubblico passa a incoraggiare il cantautore americano con applausi e fischi. Ci avviciniamo ormai alla mezz’ ora quando le luci si spengono e Ben Harper compare sul sobrio palco, la chitarra già in mano. La platea, gremita fino all’ ultimo posto, è già in delirio. Harper attacca immediatamente, deliziando il pubblico con Depper and depper e Don’ t give up on me. Prende poi brevemente la parola, salutando e ringraziando i suoi fan. Quindi posiziona la chitarra in modo orizzontale e ne pizzica le corde, creando un originale assolo, sperimentando ritmi e suoni diversi. Viene acclamato dal pubblico con un altro scrosciante applauso. Il concerto riprende con la toccante Lifeline, seguita da When it’s good. È allora che purtroppo inizia a piovere, intaccando un live di grande qualità. Ma il pubblico non si lascia scoraggiare (i più previdenti si sono portati l’impermeabile, visto il divieto di introdurre ombrelli nell’anfiteatro) e continua a seguire il concerto con la massima attenzione, rapito dall’intensità della musica e dalla bellezza dei brani curati come poesie.
Ben premia il coraggio della platea con la bellissima Diamonds on the inside, tratta dall’ omonimo album del 2003. Quindi si siede al pianoforte e attacca con Born to love you, successo della raccolta Childhood Home, incisa con la madre Ellen. Le note si tingono di blues con il recente e attuale Call it what it is, del 2016. Si passa quindi ad Amen Omen, cantata con lui da Laura, una ragazza chiamata sul palco. Ben Harper è un professionista che sa come intrattenere il suo pubblico: il suo tono di voce intimo, la confidenza con la chitarra, gli intermezzi con il pubblico, i suoi sobri “grazie” in italiano. Dopo la malinconica Another lonely day e la poesia di She’s only happy in the sun, il cantante si
ritira, ma il pubblico non è ancora pronto a separarsi dal suo idolo, e lo reclama a gran voce.
Ben non si lascia attendere, e riemerge con un altro intermezzo dove dà sfoggio del suo virtuosismo con la chitarra. Intanto ha smesso di piovere, il pubblico può godere ora pienamente degli ultimi brani in scaletta.

Dopo l’intensa Waiting on an angel, Harper conclude la serata con Sexual healing, quindi ringrazia la platea e si inchina ai suoi fan, che si accalcano sotto il palco.
Per fortuna un po’ di pioggia non ha rovinato il piacere di assistere a un live imperdibile di uno dei migliori cantautori americani, degna conclusione di uno del festival estivo più importante del Lago di Garda.

Grazie Ben. Stasera il bis con un’esibizione differente, un altro spettacolo a cui non mancare.

Un grazie Laura Beschi di Ja La Media e l’organizzazione di Tener-A-Mente Festival per il gentile invito.

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