Atome Primitif, il ritorno con Quipu

Autori: Atome Primitif
Album: Quipu
Press: Unomundo

Il silenzio aiuta la concentrazione e la crescita. Cinque anni di silenzio sono bastati agli Atome Primitif per tornare sulla scena e dare alla luce un EP di quattro tracce sinuose e delicate. Tra alt folk e dolcezze elettroniche, gli Atome Primitif sono creature notturne che producono un lavoro dal titolo emblema: Quipu.
È si, perché nella lingua Quechua (lingua ufficiale degli Inca tutt’oggi in uso in diverse varianti e parlato da milioni di persone in America Latina) “Quipu” vuol dire “nodo”.
Un Quipu è infatti un insieme di cordicelle annodate e legate da una corda più spessa che le sorregge.
Proprio attraverso i legami è nato questo nuovo disco, condito da archi, rarefazione cinematica e due chitarre che sembrano tessere la sematica di una ragionevole passione.
Con in testa i Broken Social Scene e nelle mani un’atteggiamento puro alla Vok (dream pop from Iceland molto solido), i nostri si fanno apprezzare tra folktroniche avanzate e voce femminile che si ispira a linguaggi sonori d’alto bordo.
Eccoli qui allora gli Atome Primitif, ossia Clelia Patrono, Claudio Cichetti, Azzurra Giorgi, Jennifer Eliz Hutt, che dopo Three years Three days (con ultimo live datato 2012) scelgono la via della celebrazione tra anima e visione, come in una colonna sonora.
Non siamo in effetti lontano dalla realtà, visto che Quipu è anche la colonna sonora che accompagna le scene di un film ideato e scritto dalla PurpleNeonLights in quattro puntate: Cassiopea.
Si parte con l’acustico di BIrds above the forest call che spiazza per animo gentile e immaginazione, mentre Cassiopea è fluorescente e pregna di post folk suonato col cuore.
La tiletrack segue poi la stessa filosofia, sempre più concreta con archi e fisico elettronico, mentre la conclusiva Hush ha il sapore ancor più bagnato di intrecci e gusto.
Bentornati Atome Primitif.

Testo a cura di Andrea Alesse

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